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Premesse
Dite la verità, pensavate di esservi liberati delle mie fissazioni sul legno e dei miei assurdi ritrovamenti, vero? Be', mi spiace deludervi, ma gli esperimenti non sono finiti e anzi, in questo periodo transitorio nel quale sto mettendo a posto il laboratorio in attesa di riprendere a costruire chitarre a a pieno regime, desidero rendervi partecipi di questo mio inconsueto progetto, perfettamente in linea con le mie fissazioni.
Nota bene: gli argomenti trattati sono esposti a mo' di manuale ma di manuale non si tratta poiché quanto leggerete non ha la pretesa d'avere valore assoluto né definitivo. Si tratta solo del resoconto delle mie personali esperienze di hobbista, maturate negli anni, e come tali suscettibili di critiche, integrazioni e variazioni. Nondimeno, invito tutti a diffidare da chi ha la pretesa di esporre di metodi e verità assolute. In liuteria, come in molti altri campi, esistono diversi metodi per raggiungere lo stesso scopo ed ognuno di essi ha generalmente i suoi pro e i suoi contro. Ogni metodo va inoltre verificato nella pratica inquadrandolo all'interno della propria personale metodologia di lavoro.Che essenze ho utilizzato?
Per la realizzazione di questo manico ho impiegato del legno ricavato da piccoli alberi abbattuti nel mio giardino dei quali ho curato personalmente la stagionatura (vedere paragrafo successivo). Le essenze utilizzate sono appunto cipresso e ciliegio. L'albero di cipresso è stato abbatuto grossomodo nel 2010, il tronco è rimasto per circa 4 anni per terra, all'ombra, a contatto con la terra. Molti di voi staranno già pensando: inquelle condizioni il tronco avrà finito col marcire. Neanche per sogno: il cipresso è un'essenza pregna di resina, che nel tempo tende a cristallizzare, e per ciò tende evidentemente a resistere ad ogni penetrazione dell'umidità. Per questo motivo il legno si è mantenuto integro negli anni. Dell'alberello di ciliegio, seccatosi nel mio terreno, parlo invece in questo topic.Le tre tavole, stagionatura e spessoratura
L'immagine che vedete ritrae le tavole di legno ricavate dai tronchi visti nel precedente paragrafo. Trattasi appunto di ciliegio (le due tavole laterali) e di cipresso (quella centrale). Per ricavarle dai tronchi ed averle perfettamente spessorate, ho dovuto recarmi più volte da dei falegnami. In un primo momento ho pensato che la cosa migliore fosse per prima cosa far tagliarei tronchi a metà, per farli stagionare. Non avevo però fatto i conti con la famigerata torsione elicoidale e trovandomi a distanza di mesi del legno praticamente torto, per i tronchi successivi ho infine preferito dire al falegname di ricavarne fin da subito delle tavole grezze. Fatto ciò ho avuto cura di mettere le tavole a riposare quel qualche anno in un luogo all'aperto ma riparato dal sole e dalla pioggia.
Conclusioni: la mia piccola esperienza personale di questi anni mi insegna che per ottenere una buona stagionatura, senza grossi inconvenienti, è necessaio:- tagliare l'albero, riporre i tronchi a riposare per qualche mese al chiuso, in un luogo non troppo secco, avendo cura di riempire con della cera le eventuali crepe che potrebbero formarsi.
- trascorso qualche mese portare i tronchi dal falegname per ricavarne delle tavole grezze tramite taglio con la sega a nastro. Fatto sarà necessario metterle a riposare in un luogo all'aperto ma riparato da sole e pioggia. Le tavole dovranno essere adeguatamente morsate e distanziate con dei listelli.
- dopo qualche anno (il periodo dipenderà anche dall'essenza utilizzata), potremo portare di nuovo le tavole dal falegname, che le piallerà e carteggerà a macchina affinché possano risultare perfettemente spessorate.
La venatura
Le due tavole laterali in ciliegio sono caratterizzate da una venatura "verticale", quella centrale in cipresso da una venatura grossomodo "orizzontale". Ciò significa che se andremo a disegnare sulle tavole il profilo del manico, questo -dopo l'incollaggio dei tre strati- sarà infine caratterizzato da delle venature opposte a quelle delle tavole da cui è stato ricavato, poiché le venature saranno nel frattempo ruotate di 90°, in virtù del taglio del legno in funzione del profilo. Insomma, se la situazione di partenza era quella di tre tavole dalla venatura verticale-orizzontale-verticale, il nostro manico sarà poi caratterizzato da una venatura orizzontale-verticale-orizzontale.
Nei prossimi giorni continuerò a scrivere in questo topic per relazionare i merito ai seguenti argomenti: disegno del profilo del manico e la questione dei nodi sulle tavole, posizionamento degli strati per mezzo delle spine e prova a secco, incollaggio.
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Edited by Alessandro Ciuchetti - 21/2/2019, 23:46. -
StefanoCan.
User deleted
Ciao Alessandro, complimenti per costanza e la voglia di sperimentare ciò che i nostri nonni e bisnonni ci hanno insegnato, sono certo che ne riceverai la giusta soddisfazione. Seguirò lo sviluppo del tuo progetto.
Edited by *Stefano - 1/8/2018, 14:02. -
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Grazie Stefano.
Tra qualche giorno potrò proseguire nella trattazione.... -
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Conclusioni: la mia piccola esperienza personale di questi anni mi insegna che per ottenere una buona stagionatura, senza grossi inconvenienti, è necessaio:- tagliare l'albero, riporre i tronchi a riposare per qualche mese al chiuso, in un luogo non troppo secco, avendo cura di riempire con della cera le eventuali crepe che potrebbero formarsi.
- trascorso qualche mese portare i tronchi dal falegname per ricavarne delle tavole grezze tramite taglio con la sega a nastro. Fatto sarà necessario metterle a riposare in un luogo all'aperto ma riparato da sole e pioggia. Le tavole dovranno essere adeguatamente morsate e distanziate con dei listelli.
- dopo qualche anno (il periodo dipenderà anche dall'essenza utilizzata), potremo portare di nuovo le tavole dal falegname, che le piallerà e carteggerà a macchina affinché possano risultare perfettemente spessorate.
Mi permetto di tornare sull'argomento stagionatura per illustrare il seguente specchietto:
* ceratura della testa del legno e delle eventuali crepe, posizione ventilata ma riparata da sole e pioggia, tavole adeguatamente morsate e distanziate tra loro.Stagionatura al chiuso Stagionatura all'aperto Vantaggi stagionatura pressoché perfetta
minime possibiltà di crepe e torsioni del legno.tempi relativamente veloci di stagionatura Svantaggi elevato rischio tarli, elevati tempi di stagionatura malgrado tutti gli accorgimenti* sussiste un discreto rischio di crepe e di torsioni del legno.
Come già detto, onde evitare di dover attendere dei decenni ma anche di scongiurare rischi di crepe e torsioni del legno, in futuro opterò con tutta probabiltà per un metodo di stagionatura misto.
Con l'occasione, ho ripescato alcune foto risalenti al 2014 circa.[...]L'albero di cipresso è stato abbatuto grossomodo nel 2010, il tronco è rimasto per circa 4 anni per terra, all'ombra, a contatto con la terra. Molti di voi staranno già pensando: inquelle condizioni il tronco avrà finito col marcire. Neanche per sogno: il cipresso è un'essenza pregna di resina, che nel tempo tende a cristallizzare, e per ciò tende evidentemente a resistere ad ogni penetrazione dell'umidità. Per questo motivo il legno si è mantenuto integro negli anni.[...]
Le crepe nel legno fanno immediatamente cerate, affinché queste non possano propagarsi. Mi spiace per la non eccelsa qualità di questa animazione ma avevo solo due fotogrammi di ciliegio cerato e... meglio di così non poteva proprio venire.
Per finire, un'immagine -che avete già visto in questo topic- delle tavole di cipresso e di ciliegio morsate per la stagionatura all'aperto.
Edited by Alessandro Ciuchetti - 15/7/2018, 21:35. -
.[...] Per ricavarle dai tronchi ed averle perfettamente spessorate, ho dovuto recarmi più volte da dei falegnami. [...]
In attesa di realizzare la famosa mappa dei falegnami disposti ad eseguire lavori di base per liuteria, mi permetto di citare l'artigiano dal quale mi sono servito ultimamente. Presto apriremo un topic nel quale raccoglieremo informazioni riguardo gli artigiani disposti a svolgere tali lavoretti.Quando ne avremo abbastanza procederemo alla realizzazione della mappa.
Falegnameria 2000 Di Patusso Stefano & G S.N.C.
Viale dell'Artigianato, 11, 01012 Capranica VT (Viterbo)
Tel. 0761 669404
Indicazioni:
Attenzione, le mappe che trovate su internet riportano un'ubicazione sbagliata.
La falegnameria si trova nello stesso fabbricato della Tipografia Serinova.
Per maggiori dettagli consultare la mappa a seguire.
Edited by Alessandro Ciuchetti - 17/7/2018, 16:52. -
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Il disegno, i nodi
Il manico che andrò a realizzare sarà appunto comporto da tre strati. Il disegno, su ognuna delle tre tavole, rappresenterà il manico visto di profilo. Per fare ciò, ho dovuto avvalermi di una sagoma in multistrato (copiata da un vecchio progetto o da quella del mio Maestro, non ricordo più... :risata). Le tre tavole cha avete visto sono tutt'altro che prive di nodi. Questi devono essere evitati come la peste e nel selezionare la porzione di legno adatta al disegno, ho dovuto operare una sorta di gincana. Gli osservatori più attenti, visionata l'immagine dopo averla ingrandita, si taranno probabilmente chiedendo: cosa sono quei cerchi segnati a matita vicino ai nodi del legno? Be', quei segni rappresentano nient'altro che... i nodi dall'altro lato della tavola. Per prenderne la posizione mi sono avvalso di un morsetto a C ma anche un bel foro effettuato col trapano da un lato all'altro della tavola, potrà servire allo scopo. Una volta posizionata la sagoma ed effettuato il disegno potremo procedere al taglio con la sega a nastro.Il taglio con la sega a nastro
(questo paragrasfo sarà illustrato unicamente da una slideshow)
Edited by Alessandro Ciuchetti - 20/10/2018, 22:36. -
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Posizionamento delle spine
Anche in questo paragrafo viene utilizzata una slideshow. A causa della presenza di un'animazione (terza immagine), ho optato per dei tempi di scorrimento particolarmente lunghi. In ogni caso è possibile scorrere manualmente le immagini cliccando con il il mouse sui pallini sottostanti.. -
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#impiallicciatura Posizionamento dell'impiallicciatura e prova a secco
Fin qui, ho parlato di manico a tre strati, e difatti è così anche se in realtà gli strati sono cinque poiché tra ciliegio e cipresso mi sono permesso di frapporre, per motivazioni di natura estetica, dell'impiallicciatura di Wenge, spessore 0,50mm.
Come per gli strati di ciliegio e cipresso, anche sull'impiallicciatura ho eseguito dei fori che andranno ad ospitare per le nostre spine di legno. Non è stato possibile farlo in precedenza, contestualmente all'operazione descritta nel precedente paragrafo posizionamento delle spine poiché ciò mi avrebbe mi precluso -durante il posizionamento e il fissaggio dei tre trati di cipresso e ciliegio- un'agevole visuale del tutto.
Edited by Alessandro Ciuchetti - 20/10/2018, 22:37. -
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#incollaggio Incollaggio degli strati
Gli strati da incollare sono infine cinque: ciliegio-impiallicciatura-cipresso-impiallicciatura-ciliegio. Il mio personale metodo prevede l'incollaggio di tutti gli strati una sola sessione di lavoro.Per fare ciò in tutta tranquillità è necessario utilizzare una colla caratterizzata da una lenta asciugatura come l'alifatica Titebond. Ogni strato andrà posizionato sopra l'altro infilzandolo sulle spine. In questo modo ogni pezzo verrà posizionato correttamente. Nell'incollare uno strato sopra l'altro, sarà bene cospargere di colla entrambe le facce dei singoli pezzi che andranno ad essere congiunti. In questo modo si scongiurerà il rischio di porzioni di legno non ricoperte di colla. C'è chi per stenderla si aiuta con un pennelletto. Io preferisco utilizzare le dita per farlo, avendo cura di pulirmi di volta in volta grazie ad una bacinella d'acqua e ad uno straccio.
Quest'ultimo particolare potrà sembrarvi superfuo ma vi assicuro che a conti fatti, vista la laboriosità dell'operazione, non lo è affatto. Provare per credere! :Risata:
Questa foto mostra invece la laboriosa e suggestiva morsatura dei pezzi incollati. Come si vede, ho preferito frapporre del pezzetti di legno tra morsetto e manico, questo per evitare che su quest'ultimo si producano degli indesiderati segnacci. Va detto che in questo frangente, il prudente accorgimento adottato è meno necessario rispetto ad altre situazioni.
L'immagine mostra infine il manico grezzo appena liberato dai morsetti (al momento dello scatto della foto, avevo già rimosso qualche porzione eccedente di strato di impiallicciatura).
Edited by Alessandro Ciuchetti - 20/10/2018, 22:40. -
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Lo strato centrale, inclusa l'impiallicciatura, in questo manico misura circa 24mm di larghezza. In genere gli inserti centrali dei manici per chitarra -per quel poco che ho potuto vedere- misurano intorno ai 10mm, da qui la mia paura che tale larghezza maggiorata potesse evidenziare gli strati di colla a causa dello spostamento delle congiunzioni verso la curva del retro manico.
Per togliermi il dubbio, ho effettuato una prova curvando un pezzetto di legno di scarto: per quanto le congiunzioni siano sulla curva, la colla non si vede! :Cè nessuno?: :Daje!:Inviato tramite ForumFree Mobile
Edited by Alessandro Ciuchetti - 20/10/2018, 22:39. -
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Topic selezionato per essere collocato nella sezione DIARI del forum di liuteria. Per maggiore informazioni su cosa sta accadendo nel forum, seguire la cronologia dei lavori riportata in questo topic. . -
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Con tutta probabilità, finirò per accoppiare il manico in oggetto con la tastiera mostrata nella foto, la cui realizzazione è stata descritta in questo topic. L' inserto centrale del manico e la tastiera sono appunto in legno di cipresso, provienente dallo stesso albero del mio giardino.
Edited by Alessandro Ciuchetti - 30/9/2018, 01:47. -
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Eccomi qui di nuovo a relazionare riguardo la costruzione di questo manico in ciliegio e cipresso. Be', una volta ottenuto il manico grezzo, sarà necessario portare le sue facce alle misure previste.
Nel mio caso, le misure saranno le seguenti:
Distanza dall'estremità del tacco al tasto zero: 377mm
Inclinazione della paletta: 12°
Inclinazione tacco del manico: 87,50° (scostamento di -2,50° rispetto all'angolo retto perpendicolare al fronte-manico).
La prima cosa da fare è quella di rettificare il fronte-manico, cioè la faccia che sarà a contatto con la tastiera, fino a portarla ad un livello di rifinitura vicino a quello definitivo.
In questa fase sarà utile segnare a matita il limite del 377mm dal tacco del manico, aiutandoci con una squadretta metallica con battuta poggiata su uno dei lati del manico grezzo. Il riferimento a matita avrà in questa fase un valore puramente indicativo e potrà dunque essere tranquillamente superato/cancellato durante la lavorazione. In seguito avremo cura di tracciarlo nuovamente.
Per rettficare il fronte-manico inizieremo usando una carteggiatrice a nastro. L'operazione con nel del video serve perlopiù a sgrossare il pezzo, e a creare una prima superficie liscia, a 90° rispetto ai lati del manico.
Come si può notare, il pezzo viene consunto a fasi alterne ruotandolo di volta in vlta di 180°. Questo sia perché la carteggiatrice a disposizione è di lunghezza inferiore al pezzo carteggiato, che per questioni di metodiche di carattere generale generali di lavoro con la carta abrasiva. Come si vede dal video, sempre a causa della carteggiatrice troppo corta, per evitare affossamenti nel legno sono costretto a muovere continuamente il pezzo longitudinalmente.
P.S. si, lo so, i miei video sono sempre più brutti. Portate pazienza, conto di postarne di migliori.... -
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Discussione nuovamente spostata, questa volta da Diari Acustici (dove era nel frattempo confluita) a liuteria.forumcommunity.net.
Lo spostamento è di natura tecnica e temporanea (dobbiamo marchiare i topic di liuteria.forumcommunity.net) poiché la collocazione definitiva di questo topic sarà su Diari Acustici.
Per maggiori informazioni leggere qui..